27 novembre 2007

MDS

MILANO DOUBLE STANDARD...Ora che tutto sembra già stato detto, ora che tutto, sembra già stato scritto dappertutto, tutto!Quello che ci resta quello che, cosa siamo.La Pratica è in pratica un suono.Ogni 1! Uno rappresenta con il suo Sound System, Ogni 2…Uno è chiuso in casa e cura il proprio home business, si.Sospetto di Sapere si, quii. Dove andiamo, in diretta, segnaliamo a Milano… Indice in ribasso per gli investimenti in capitale umano.2.All’aperitivo delle sette, risse di GSM, tra tutti che ci provano nessuno riesce a smettere.Cazzate on ice! In cocktail glass antiproiettile.Pitbull, Clockers, gente con la goccia al naso e Killer potenziali in giro.Con noi di più , di più di Tutto, Tutto e il contrario di Tutto.Scomponi tutto in pezzi ingoia una bottiglia d’acqua e vai a letto. Passando sopra mucchi di scassati stiamo ora Rincasando, Meditando, Valutando.I Limiti dei Limiti d, d–della Riduzione del Danno
…Milano sembri stanca torna a casa,…fuori dal controllo sfila,…folla folle avanza guarda Armani e Albania,Milano ha un Doppio Standard!3.Milano 7 di mattina chiudono una casa, fuoco sulla stradaWelcome ben trovati, all on board si dia inizio al musicaaal!Protagonisti interpreti incriminati e assolti eseguono d’accordo, troppo-d’accordo, coreografie d’altri tempi, diamo un occhio a i presenti.Alle Finestre, Spettatori non paganti dal profilo intollerante a tutto, proprio tutto, tranne che per sesso e soldi, ora…Milano è in Coda ancora in Coma…Controlla la cronaca analizza la Rosa…vedo un giovane ucraino radioattivo andare in goal!…gli alla centrale dichiarati out law…appaiono e scompaiono…come comparse fantasma dentro il musical4.Bambini cresciuti troppo in fretta, arrivano, giocanoseminano il panico osservano E sul muro scrivono“ lui al sicuro pensa perché ricco. Ratko”Niente da perdere, niente paura, Tu dammi-dacci-dagli quattro mura. Dagli una Casa una storia più sicura*È lo scenario di un citta che si deforma, fantasmi al metro quadro zone d’ombra. Guardati attorno, Invisibile Pulviscolo Velenoso nelle vie Respiratorie Strane storie,Scritte sui muri contro stronzi di cane sui marciapiedi, Milano è questo standard, Milano veri falsi problemi. CASINO ROYALE

24 novembre 2007

IL SOLE SILENZIOSO...

…segue...infatti…e si ricomincia…dopo novanta ridicoli minuti di stop…dopo una settimana in cui sembra già si sia dimenticato tutto! Sembra si sia dimenticata una tragedia che grida giustizia...ma di ciò che è successo i mass media tacciono già. Pronti invece a dare enfasi alle decisioni di giudici sportivi, osservatori, questori che limitano la libertà individuale, manco fossimo in una dittatura. Ancora una volta sono stati abilissimi a veicolare l’attenzione popolare ed a fomentare tavole rotonde, dibattiti, reportage, tabelle, discussioni da osteria e da salone di bellezza che hanno per l’ennesima volta etichettato il mondo degli ultras – senza alcuna distinzione – come il male peggiore di questo paese e di questa società che stanno inesorabilmente andando a rotoli. Ma noi lo sappiano che coloro che hanno sparato non sono gli ultras. Gli ultras sono coloro che hanno giustamente protestato per ottenere un po’ di rispetto per una vita che senza nessuna ragione se n’era appena andata, sono coloro che hanno gridato che la morte è uguale per tutti, sono coloro che gridano che la legge deve essere uguale per tutti, sono coloro che si sono opposti alla regola del “the show must go on”, sono coloro che come al solito c’hanno messo la faccia, alla faccia degli anonimi sondaggi televisivi che tanto accusano ma nulla risolvono, gli ultras sono coloro che hanno reso omaggio a Gabriele e che, al di là delle rivalità calcistiche e politiche, con grande rispetto e compostezza hanno reso tutti insieme onore ad un ragazzo che come loro amava andare ovunque per sostenere i propri colori del cuore. Per cui domenica- ma è così ogni giorno – tutti gli ultras, anche coloro ai quali non sarà consentito di seguire la propria squadra, porteranno dentro di loro il calore di un sole silenzioso che nessuno potrà mai spegnere, perché NON SPEGNI IL SOLE SE GLI SPARI ADDOSSO…

L'ECLISSI

Diciamolo subito, “L’eclissi” – nuova opera dei Subsonica – convince, e lo fa appieno. L’album scorre bene attraverso le 12 tracce, vario, intenso, accattivante, intimo e riflessivo. I ragazzi torinesi sono tornati in grande forma, amorematici ed emozionali, con le macchine che spingono beat che, glaciali e dritti nella loro semplicità, si infrangono su melodie ed arrangiamenti caldi e contorti al punto giusto. Come anticipato, lasciata da parte la “terrestre” parentesi rock, i Subsonica tornano a corteggiarci con un suono profondo ed elettronico, che pulsa vibrante e si amalgama su testi che si interrogano su un passato di rimpianti, un presente di rapporti vuoti ed un futuro d’incertezza. Emerge immediatamente la squisitezza di Ninja, preciso e perfetto sia a che fare con i ritmi in 4/4 che con quelli spezzati e sincopati; il neo papà Boosta fornisce la giusta acidità e la piacevole accelerazione vorticosa al prodotto; C Max ricama il groove con i suoi riff che graffiano e lasciano il segno; Vicio pesta pesante con una linea di basso sempre importante e prepotente; Samuel scalda ed incanta come al solito con la sua voce; Ale Bavo e Condimix perfezionano e confezionano l’opera con sapienti mani elettroniche e danzerecce. E il piedino fa su e giù, tenendo costantemente il tempo. In un venerdì inutile, depressivo e piovoso, c’è stato però modo di rifarsi, provando per bene il nuovo sound system che ha risposto alla grande, grazie ad un soffitto bello alto ed a muri vecchi belli spessi che accolgono e propagano al meglio il suono. Se è stata un’eclissi, domani ci sarà di nuovo un’alba…segue...infatti...

13 novembre 2007

LA FORGIA VIBRA

Un ringraziamento speciale a tutti coloro che si sono sbattuti per l'allestimento della serata ed a tutti i presenti...GRAZIE! Un saluto anche ai soliti chiacchieroni...BLAH BLAH BLAH...





12 novembre 2007

UN RAGAZZO...

Era un ragazzo con due grandi passioni la musica e la Lazio. Era un dj e la notte l’aveva trascorsa a regalare sorrisi e buone sensazioni a chi amava la sua musica e la sua compagnia. Fino alle 6 concentrato sui dischi e poi pronto a partire per la trasferta di Milano. Una trasferta tranquilla visto che le due tifoserie sono legate da un forte gemellaggio. Ma tutto è finito a causa di un maledetto colpo di pistola. La mia domenica era iniziata pressappoco come la sua…le orecchie che ancora ronzavano per la musica che in cuffia tengo sempre troppo alta, le poche ore di sonno, la stanchezza ma la sensazione di avere dato comunque il meglio e fatto divertire chi era lì ad ascoltarmi. Mentre i dischi giravano, sicuramente entrambi ci siamo immaginati la trasferta, importantissima per entrambi, fondamentale per entrambi. "Andrò dove il mio cuor mi porterà senza paura, farò quel che potrò...". Milano e Trento distanti centinaia di km ma un'unica meta per chi non riesce a lasciare sola la sua squadra del cuore. Il viaggio di Gabriele si è interrotto però molto prima. Perché? I suoi familiari, la sua ragazza, i suoi amici non riusciranno mai a darsi una spiegazione, a capire perché tutto ciò è accaduto. E la richiesta di una giustizia “giusta” non potrà mai colmare il vuoto lasciato da chi se ne è andato troppo presto. Il mio viaggio è invece arrivato alla meta, segnato però da un tam tam di notizie che hanno tolto il sorriso alla maggior parte di noi. È morto un ultras della Lazio, è morto un ultras, è morto uno di noi. Tanta rabbia! Tantissima! Anche perché all’entrata del settore ospiti hai trovato chi, incurante di ciò che era successo, ha vomitato tutta la sua arroganza e la sua bestialità, protetto ed assicurato da una divisa. Sarà sempre così ma ci sarà anche sempre chi, indomito e battaglierò, porterà ovunque quell’ideale e quella passione che ci ha spinto a mettere giù le cuffie ed a preparare la sciarpa. In questi giorni assisteremo ai soliti processi sommari sui mezzi di comunicazione, dove un po’ tutti sapranno accusare e sparare a zero sul mondo degli ultras. La solita solfa. Il solito sport nazionale. Ma il tutto questa volta avrà lo scopo di insabbiare e spostare l’attenzione da chi è stato realmente responsabile dell'assurda tragedia che è avvenuta. Ciao Gabriele, ciao dj, ciao ultras! Forza ragazzi…

8 novembre 2007

VERITA' PER ALDO

da http://www.assalti-frontali.com/default.asp
L'uccisione nel carcere di Perugia di Aldo Bianzino ci sconvolge e grida giustizia! Arrestato per aver giustamente coltivato qualche pianta di marijuana nella sua casa immersa nelle montagne umbre, Aldo non faceva male a nessuno, falegname (nella foto la sua officina di lavoro), padre di tre figli, preso in custodia da italianissime guardie carcerarie è stato assassinato in cella e questa cosa non ci dà pace. Ci sentiamo vicini alla sua famiglia e portiamo il lutto al braccio. Sabato ci sarà una manifestazione nazionale a Perugia.
Chi vuole leggere gli articoli che pochi e bravi giornalisti hanno scritto sul caso può andare qui http://www.lettera22.it/ind_rubtot.php?rubrica=219
Questo il sito dei compagni e le compagne di Aldo e il loro appello http://veritaperaldo.noblogs.org/

VERITA’ PER ALDO
Il carcere? sicuro da morire!Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre sono stati arrestaicon l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana.Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, sono separati. Robertacondotta in cella con altre donne, Aldo, in isolamento.Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buonecondizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15,la polizia penitenziaria entrata nella cella, trova Aldo agonizzante chepoco dopo muore.Immediatamente la ex moglie, la compagna, i figli e gli amici si mobilitanoper fare chiarezza su questa ingiusta morte chiedendo verità e giustiziaperchè di carcere non si può morire!Di fatto dopo un goffo tentativo di insabbiamento da parte delle autoritàcarcerarie (le prime indiscrezioni sulle cause della sulla morte siriferivano ad un improbabile infarto) famiglia e amici vengono a sapere chedall’autopsia risulta che Aldo è stato vittima di un vero e propriopestaggio, il corpo infatti presentava una frattura alle costole, gravilesioni al fegato, alla milza e al cervello.Aldo Bianzino è morto ormai da più di due settimane.Il silenzio delle istituzioni e dei rappresentanti della politica, deicosiddetti garanti della nostra sicurezza sociale è assordante.Indaffarati a sperimentare modelli di governance escludenti, a scagliarsicontro ambulanti, lavavetri, vagabondi, non hanno trovato, non stannotrovando, non trovano il tempo per superare l’alone di impunità, perdenunciare chi umilia le persone sotto custodia, infligge sofferenzefisiche e psichiche ai detenuti, uccide.E' tempo per noi di prendere posizione, spazio e voce.Di raccontare. Di mantenere viva la memoria collettiva. Di evitarepericolosi insabbiamenti e difendere le nostre esistenze e le nostrepratiche identitarie da abusi, repressioni e pestaggi, “venduti”comeatti di legalità.E’ tempo di disinnescare le “paranoie” securitarie e arrestare leaggressioni proibizioniste, disattivare le dinamiche di esclusione e dicontrollo sui corpi.Di resistere alla criminalizzazione degli stili di vita, alla violenzadell’intolleranza, all’esercizio arbitrario dei poteri di repressione edi controllo, alla manipolazione dell’informazione.E’ tempo di agire, di porre interrogativi a chiunque desideri verità egiustizia per Aldo Bianzino, Giuseppe Ales, Federico Aldrovandi, AlbertoMercuriali. Marcello Lonzi.E’ tempo di reclamare la scarcerazione immediata dei 5 ragazzi diSpoleto, vittime di una perversa applicazione del 270bis, strumento dicontrollo e intimidazione preventiva utilizzato ormai per sedare qualunqueforma di dissenso.E’ tempo di costituirci in comitato per la verità su Aldo, di ottenereverità e giustizia sugli omicidi di stato, di abrogare la leggeFini-Giovanardi e reclamare la fine di ogni proibizionismo, di contrastaree opporci ad una società che sempre meno tollera qualsiasi espressionefuori dalla norma, di farci carico delle sorti dei processi per il g8 diGenova rispondendo ai pruriti vendicativi del potere con una manifestazionenazionale che contrasti e interrompa la costruzione di processi di oblio erimozione collettiva.
SABATO 10 Novembre Perugia Manifestazione e Assemblea*Un appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze.Perchè un paese intollerante e’ tutto tranne che un paese sicuro!Perchè per una pianta d’erba in cella non si deve finire!Perché in carcere non si deve morire!Verità per Aldo!

...FERMARSI...

Nel tram tram quotidiano a volte fa bene FERMARSI e godersi un meraviglioso tramonto cremasco...

6 novembre 2007

...VOCE LIBERA...

LA MIA ITALIA CHE NON SI ARRENDE di ENZO BIAGI
Torno in tv dopo un intervallo durato cinque anni: insormontabili ragioni che chiamerò tecniche mi hanno impedito di continuare il mio programma. Sono contento, perché alla mia rispettabile età c' è ancora chi mi dà una testimonianza di fiducia e mi offre lavoro. Ma non voglio portar via il posto a nessuno: non debbo far carriera, e non ho lezioni da dare. Voglio solo concludere un discorso interrotto con i telespettatori, ripartire da dove c' eravamo lasciati e guardare avanti. Quante cose succedono intorno a noi. Cercheremo di raccontare che cosa manca agli italiani e di che cosa ha bisogno la gente. Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita. C' è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi. Il revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci sono state anche pagine poco onorevoli; e molti di noi, delle Brigate partigiane, erano raccogliticci. Ma nella Resistenza c' è il riconoscimento di una grande dignità. Cosa sarebbe stata l' Italia agli occhi del mondo? Sono un vecchio cronista, testimone di tanti fatti. Alcuni anche terribili. E il mio pensiero va ai colleghi inviati speciali che non sono ritornati dal servizio, e a quelli che speciali non erano, ma rischiavano la vita per raccontare agli altri le pagine tristi della storia.I protagonisti per me sono ancora i fatti, quelli che hanno segnato una generazione: partiremo da uno di questi, e faremo un passo indietro per farne un altro, piccolo, avanti. Senza intenzione di commemorarci.

SENTI COME SUONA...