28 luglio 2008

17 luglio 2008

QUASI GOAL...

Quasi goal. Storie dal calcio «minore». Dalla serie C alla terza categoria.
Questo libro non racconta le vicende del solito calcio. Quello che straborda dai media. Quello del campionato di serie A, della Champions League, dei compensi miliardari ai giocatori, degli sponsor, dei diritti di antenna, degli intrighi, delle truffe, dello spettacolo, dello scontro tra ultras. Questo libro racconta il calcio "minore": quello che si gioca nei più spelacchiati e sperduti campi delle periferie e dei rioni dell'infinita provincia italiana. Il calcio dalla serie C in giù, fino alla Terza categoria, oltre la quale ci sono solo le sfide tra colleghi di lavoro, tra scapoli e ammogliati e roba così. Eppure questo calcio "minore" è in realtà maggiore per numeri, perché ogni domenica coinvolge centinaia di migliaia di persone tra giocatori, dirigenti, parenti, amici. Questo libro raccoglie il meglio di questo calcio, più vero perché più spontaneo e partecipato. Quello in cui si riconosce chiunque abbia, anche solo per una volta, vissuto l'emozione di infilare un paio di mutandoni e di scarpette chiodate. L'autore, Luca Cardinalini, giornalista Rai, continua il suo viaggio attraverso l'Italia meno battuta dai media. Oggetto della sua inchiesta è appunto il calcio di provincia, quel mondo "sporco, brutto e cattivo" fatto di squadre dai nomi improbabili (Vallecalepio, Ronciglione, Comprensorio Lazzaro, Ciconia, Poggio Fidoni) e con un unico capro espiatorio: l'arbitro. Riempiti di sputi, chiusi negli spogliatoi, derubati, presi a schiaffi, a calci, a sassate, fatti oggetto di irripetibili volgarità, ogni settimana i referti della giustizia sportiva, col loro gergo ampolloso e rigido, parlano di centinaia di episodi di ordinaria follia, a volte raccapriccianti e più spesso esilaranti loro malgrado. Del tipo: «La condotta del De Maria appare ab origine tesa a spaventare e umiliare l'arbitro, non tanto a procurargli lesioni: la presa per il collo, la spinta verso la turca e lo sgambetto al piede sono stati tutti atti finalizzati a costringere l'arbitro a cadere sul water, il cui sciacquone venne poi azionato». Giacca nera...

15 luglio 2008

CI RISIAMO...LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI?

La condanna più pesante è stata emessa nei confronti di Antonio Biagio Gugliotta, ex ispettore capo della polizia penitenziaria all'interno della caserma di Bolzaneto, al quali stati comminati 5 anni di reclusione. La condanna più lieve è stata inflitta a Giuliano Patrizi che dovra scontare 5 mesi di reclusione. In totale sono 15 le condanne e 30 le assoluzioni nel processo per le violenze e gli abusi commessi all'interno del carcere provvisorio durante il G8 del 2001 a Genova. Alessandro Perugini all'epoca dei fatti vicequestore della Digos di Genova e' stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Gli imputati nel processo odierno erano 45 tra poliziotti, dirigenti, personale della polizia penitenziaria e medico. nei confronti di tutti gli imputati, il collegio giudicanete, presieduto da Renato Delucchi ha disposto l'interdizione temporanea dai pubblici uffici. I giudici non hanno riconosciuto le accuse di abuso d'ufficio e falso e hanno invece riconosciuto l'abuso di autorita' su persone in carcere. Non è stata riconoscuta la tortura chenon esiste come reato nel nostro ordinamento giuridico.Le condanne e le assoluzioni - La sentenza è stata emessa dopo 9 ore e mezza di camera di consiglio. Tra gli altri imputati, il medico responsabile dell'infermeria all'interno della caserma Giacomo Toccafondi è stato condannato ad un anno e 2 mesi. Assolto dalle accuse il generale Oronzo Doria, all'epoca dei fatti colonnello. Il commissario Anna Poggi per la quale l'accusa aveva chiesto tre anni e sei mesi di reclusione (stessa richiesta per il dirigente della Digos di Genova Alessandro Perugini) è stata condannata a 2 anni e 4 mesi di carcere. Per l'assistente capo di polizia Massimo Luigi Pigozzi, accusato di lesioni personali per aver provocato anche lo 'strappo' della mano di uno dei manifestanti, la condanna è stata di 3 anni e 2 mesi. In aula erano presenti 3 imputati, Bruno Pelliccia e Aldo Tarascio, entrambi assolti e Paolo Ubaldi condannato ad un anno di reclusione. Tra il folto pubblico alla lettura della sentenza erano presenti Heidi e Giuliano Giuliani, genitori di Carlo, il giovane ucciso durante gli scontri in piazza e il leader no global Vittorio Agnoletto.
Risarcimenti per quindici milioni - Tra gli assolti, l'attuale generale della polizia penitenziaria, Oronzo Doria, all'epoca dei fatti colonnello, che la Procura voleva condannato a 3 anni e mezzo. Condannato il ministero degli Interni e quello della Giustizia a pagare i danni materiali e morali subito dalle parti civili. In media, settantamila euro per ognuno delle 209 vittime accertate. In totale circa quindici milioni di euro.
Quali le accuse a carico delle forze dell'ordine? - Ma cosa accadde a Bolzaneto nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001? La caserma dove furono condotte le persone arrestate nei giorni del G8 è stata descritta dai pm come "un girone infernale". Secondo l'accusa, sarebbero avvenuti episodi di vera e propria tortura che avrebbero violato la dignità umana e i più significativi diritti alla persona. I pm, nella loro lunga requisitoria, raccolta in una memoria di 600 pagine, affermarono che nella "caserma di Bolzaneto furono inflitte alle persone fermate almeno quattro delle cinque tecniche di interrogatorio che, secondo la Corte Europea sui diritti dell'uomo, chiamata a pronunciarsi sulla repressione dei tumulti in Irlanda negli Anni Settanta, configurano 'trattamenti inumani e degradanti'".
"In Italia non esiste il reato di tortura" - L'accusa però, non potendo contestare il reato di tortura, che non esiste nel nostro ordinamento, ha scelto di chiedere per i vertici apicali preposti alla struttura l'art. 323 (abuso d'ufficio) oltre alla violazione della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, abuso d'autorità nei confronti di persone arrestate o detenute, minacce, ingiurie, lesioni. I reati contestati saranno tutti prescritti nel 2009. "A Bolzaneto è successo qualcosa di grave" - "Nella sostanza l'accusa di abuso d'autorità è stata riconosciuta - ha commentato il pm Vittorio Ranieri Miniati dopo la lettura della sentenza. - Inoltre è stata riconosciuta la responsabilità di diversi imputati. È stato riconosciuto che qualcosa di grave nella caserma di Bolzaneto è successo". "Il tribunale - ha proseguito - ha ritenuto di assolvere diversi imputati. Leggeremo la sentenza e valuteremo se fare appello. Complessivamente è un giudizio di soddisfazione a conclusione del processo e dopo un'istruttoria che ci ha impegnato per anni". E giovedì prossimo sono attese le richieste di condanna dei pm al processo per la sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz.
Agnoletto: finalmente affermata la verità - Vittorio Agnoletto, all'epoca del G8 portavoce del Genoa Social Forum ha commentato: "Per la prima volta un'aula di tribunale ha riconosciuto che quanto affermato dalle vittime e dal movimento corrisponde alla verità". "La dimostrazione di questo - ha aggiunto - sono le provvisionali previste per tutte le vittime e quindi la conferma che le violenze sono state commesse. E' importante che i ministeri siano chiamati a rispondere a loro volta ai risarcimenti perché questo indica una responsabilità politica del governo di allora".

14 luglio 2008

FESTA CANNIBALE

DJ Ce-rio at the controls...

LIGHTING IN RAINBOW

RADIOHEAD live @ Arena Cicvica - Milano - 18 giugno 2008