16 giugno 2008

OVER THE RAINBOWS

VECCHI KIDS on tour: mercoledì 18 giugno 2008 RADIOHEAD live@ ARENA CIVICA - MILANO -

THE BATTLE OF MODENA

RAGE AGAINST THE MACHINE live in Modena...




















11 giugno 2008

FUCK YOU, I WON'T DO WHAT YA TELL ME...

VECCHI KIDS on tour...con tutta la rabbia che c'è: RAGE AGAINST THE MACHINE - sabato 14 giugno 2008 live in MODENA stadio Braglia...
Solo, I'm a soloist on a solo list All live, never on a floppy disk Inka, inka, bottle of ink Paintings of rebellion Drawn up by the thoughts I think It's set uplike a deck of cards They're sending us to early graves For all the diamonds They'll use a pair of clubs to beat the spades With poetry I paint the pictures that hit More than the murals that fit Don't turn away Get in front of it Chorus: Brotha did ya frget my name Did ya lose it on the wall Playin' tic-tac-toe Yo, check the diagonal Three brothers gone Come on Doesn't that make it three in a row Anger is a gift Chorus Yo, check the diagonal Three million gone Come on 'Cause ya know they're counting backwards to zero Environment The environment exceeding on the level Of our unconsciousness For example What does the billboard say Come and play, come and play Forget about the movement Anger is a gift Freedom, freedom, yea right...

5 giugno 2008

DO YOU REMEMBER?

L'ultima volta in cui si erano incontrate in una finale, la metà di quelli che oggi seguono la Nba non erano neppure nati; l'altra metà invece c'era e conserva da qualche parte una maglietta con i simboli sbiaditi di Lakers e Celtics, una scelta filosofica, più che un tifo sportivo. Era l'inizio dell'estate 1987, Magic Johnson era un ragazzo di ventotto anni al suo quarto titolo «pro» e un'era si stava chiudendo: da una parte Ronald Reagan chiedeva a Gorbaciov di sbriciolare il muro di Berlino, dall'altra parte Larry Bird, Kevin McHale e compagnia chiudevano in dissolvenza un epico capitolo per una città che fino ad oggi, appunto, non era più riuscita a sorridere di basket. Vinse Los Angeles in gara 6 il decimo dei suoi 14 titoli, appena due meno dei Celtics, assieme quasi la metà del totale, per capirsi sul blasone. A partire da giovedì le due corazzate saranno di fronte per l'undicesima volta con il titolo di mezzo. Come allora, il duello è incarnato dai due leader indiscutibili: Kobe Bryant da una parte, Kevin Garnett dall'altra. E sarà la gioia suprema per David Stern, architetto di questa Nba globale e multimediale: ha una bella voglia a dire che bisogna aprirsi a nuovi mercati, che è indispensabile portare le star del basket anche in Oklahoma e in Tennessee, ma vuoi mettere i dollari che comporta una finale del genere? Il massimo dei massimi. Anche perché non c'è un solo americano che non esprima preferenza: puoi anche tifare Phoenix, ma poi sotto sotto adori (oppure odi) i Lakers. Oppure i Celtics a sentimenti invertiti. Una scelta filosofica, dicevamo. I Celtics per molti sono gli antipatici, capaci di dare sberle a Los Angeles otto volte su dieci. È la squadra di Bill Russell, ma soprattutto di Larry Bird. La città è snob, perfino fredda, a volte troppo con la gente di colore, come confessò a fine carriera Robert Parish «The Chief», che vi giocò fino a 40 anni suonati. Los Angeles è invece calore, il colore gialloviola incute rispetto da una parte, e fa sognare i quartieri neri dall'altra. Dopo una sfilza di titoli negli anni 50, Pat Riley costruì una macchina da showbusiness più che una squadra di basket: il meno appariscente era un fenomeno di nome James Worthy, per intendersi. Magic e Kareem Abdul Jabbar le stelle. Shaquille e il giovane Kobe hanno riaperto la stanza dei trofei nel 2000 per una bella tripletta, ma mai contro avversari da leggenda. Da prassi, Lakers-Celtics durerà sette partite. Jack Nicholson sarà come al solito nel parterre; e si rivivrà la tensione dei bei tempi andati. Vorresti che durasse tutta l'estate...che ricordi...e naturalmente forza Celtics!!!